A Venezia l’architettura si intreccia con le sfide più urgenti del presente. La Biennale Architettura 2025, curata da Carlo Ratti, mette al centro un tema caldo: adattare l’ambiente costruito a un mondo che cambia rapidamente, sfruttando tutte le forme di intelligenza – naturale, artificiale e collettiva.
In questo scenario internazionale, fatto di sperimentazioni e visioni radicali, la divisione di Dal Pozzo Group dedicata alla green architecture, Ottagono porta il suo contributo: mostrare come l’acciaio unito alla natura possa dare vita a un’architettura rigenerativa. Da questo tema nasce Fabbrica dell’Aria Pavilion, realizzato insieme al Prof. Stefano Mancuso, agli scienziati di PNAT Project Nature e all’azienda Ricehouse.
Per approfondire l’installazione, il palinsesto della Biennale GENS Public Programme presenta il workshop The Fabbrica dell’Aria 2.0 Experiment: Nature as Technology: un dialogo su scienza, natura e architettura organizzato per giovedì 2 ottobre alle Corderie dell’Arsenale, all’interno dell’iconico spazio Speakers’ Corner.
Fabbrica dell’Aria Pavilion: architettura che respira
La Biennale Architettura 2025, con il tema Intelligens, invita a sperimentare nuove forme di intelligenza capaci di adattarsi a un mondo in rapido cambiamento. In questa prospettiva, l’installazione Fabbrica dell’Aria Pavilion rappresenta una risposta concreta: un ecosistema vivente che amplifica la capacità delle piante di purificare l’aria e integra materiali naturali e riciclabili. Un design biofilico che la visione di Ottagono traduce in architettura rigenerativa, grazie al suo sistema costruttivo leggero, smontabile e reversibile, capace di costituire un involucro in acciaio e riso – brevettato – che enfatizza le proprietà benefiche vegetali e mantiene costantemente un microclima ideale.
«Come spiega Stefano Mancuso, l’innesto è una strategia naturale di cooperazione: due organismi si uniscono per generare qualcosa di più forte e capace di affrontare le sfide dell’ambiente. Allo stesso modo, anche l’architettura deve imparare a ibridarsi», dichiara Mattia Bedin, General Manager di Ottagono Green Architecture. «L’acciaio sagomato a freddo diventa la base perfetta per questi innesti, un sistema aperto e leggero che si combina con i materiali più sostenibili, si adatta a qualsiasi forma e si integra con la natura. Con Fabbrica dell’Aria Pavilion l’architettura diventa viva, trasformandosi in un organismo capace di migliorare la qualità dell’aria e la salute di chi lo abita. Alla Biennale vogliamo dimostrare che materia, tecnologia e natura possono allearsi per dare vita a un’architettura rigenerativa».
Il workshop Nature as Technology con Stefano Mancuso
Tra le navate delle Corderie dell’Arsenale, lo Speakers’ Corner è molto più di una sala conferenze: è un’installazione a gradoni che raccoglie i partecipanti e al tempo stesso si apre verso l’ambiente della Biennale. Qui, giovedì 2 ottobre, dalle 11 alle 14, andrà in scena il workshop The Fabbrica dell’Aria 2.0 Experiment: Nature as Technology, ideato da Ottagono, PNAT e Ricehouse. La collaborazione di queste tre aziende dimostra come discipline differenti possano convergere in una visione comune di sostenibilità, traducendo in realtà il messaggio della Biennale 2025: Intelligens. Natural. Artificial. Collective.
Sarà una tavola rotonda che intreccia scienza, natura e architettura, con protagonisti: il prof. Stefano Mancuso, scienziato, saggista e fondatore di Pnat; l’ing. Mattia Bedin, general manager di Ottagono; l’arch. Giovanni Fattori, creative director di Ottagono; le aziende Pnat, Ricehouse e A2A.