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La mostra Visible / Invisible a Padova: intervista all’artista Beatrice Gallori

Scritto da Redazione | 28-apr-2025 15.48.25

L’esposizione Visible / Invisible di Beatrice Gallori rappresenta un’immersione affascinante nella dimensione organica della cellula. L’artista costruisce una narrazione plastica che oscilla tra ordine e disordine, tra ciò che si mostra e ciò che resta nascosto. Il curatore e critico d’arte Nicola Galvan l’ha intervistata presso AD Dal Pozzo Galleria d’Arte, dove la sua mostra personale sarà esposta fino al 30 giugno.

 

 

Domanda. Beatrice Gallori, la mostra Visible / Invisible esprime il tuo lavoro: restituire il movimento attraverso forme apparentemente statiche. Puoi parlarci di questa sfida?

Risposta. Le opere di questa mostra portano con sé la forza del movimento. Chi conosce il mio lavoro sa che sono partita dalla tela, per poi espandermi agli spazi e dar vita alle prime installazioni. Queste, pur statiche nella forma, generano linee di movimento che sembrano fluttuare nello spazio. Se prima il mio lavoro era caratterizzato da forme sferiche, negli ultimi lavori è emersa anche la superficie, prima invisibile, rivelando così un aspetto che prima non veniva mostrato.

 

 

D. Al centro delle tue opere emerge la ricerca sulla cellula. Come sei arrivata a questo particolare tema?

R. Ho iniziato studiando i movimenti, creando flussi attraverso tessuti nei miei primi lavori. Poi mi sono chiesta chi dia realmente movimento al mondo, alla natura, alla vita, e ho scoperto la cellula. Questa entità infinitamente piccola e invisibile agli occhi, che esploro a livello microscopico, diventa immensamente grande nelle mie opere. Restituire importanza a ciò che normalmente non vediamo, se non al microscopio, mi permette di indagare la vita, le relazioni umane e la trasformazione. La cellula, che molti riconoscono nei miei lavori, non è mai la stessa, perché continuo a trasformarla nelle sue dimensioni e nel modo in cui si collega agli altri elementi. È una ricerca che non mi stanca mai, che prosegue con il mio percorso e che si evolve con i materiali, come il plexiglas, molto meno materico rispetto a quelli precedenti.

 

 

D. Un altro aspetto riguarda il colore. La monocromia che hai scelto per le opere vede una predominanza del rosso, del bianco, del nero e, occasionalmente, del blu. Qual è il ruolo del colore nel tuo lavoro?

R. La mia ricerca nasce dall'influenza dei grandi maestri monocromi, come Bonalumi, Fontana e Castellani, e la monocromia è sempre stata una componente fondamentale del mio lavoro. Usare un solo colore mi permette di sintetizzare ciò che voglio esprimere, mantenendo pura la mia visione cellulare. A volte il colore diventa rosso, come una forza incredibile, come nel lavoro qui in foto, dove le superfici 'mangiate' ne esprimono la massima intensità. Altre volte, utilizzo il bianco e nero, per evocare una sensazione diversa durante la creazione. Per me, il colore è l'ultimo passaggio da svolgere; i momenti precedenti sono più importanti. Quando inizio un'opera, so già quale sarà il colore, perché la sensazione che voglio esprimere è chiara sin dall'inizio. è la forma a chiamare il colore. Un ulteriore aspetto che mi interessa è la lucidità dei colori, che rispetto alla monocromia tradizionale, quelli che utilizzo, tendono a essere più brillanti. Questo mi permette di giocare con la luce e le ombre, creando riflessi come specchi. In questo modo l'opera riflette tutto intorno, come se avesse bisogno dell'osservatore per vivere. Da artista, non studio la luce, ma la percepisco quando il colore arriva sull'opera stessa.

La mostra Visible / Invisible di Beatrice Gallori è un invito a immergersi in un linguaggio visivo che, partendo dalla forma più primitiva della vita, apre a riflessioni sull’individuo e sulle relazioni umane. Vi invitiamo a visitare la mostra presso AD Dal Pozzo Galleria d’Arte, in esposizione fino al 30 giugno.