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La luce naturale nei progetti di architettura residenziale

Scritto da Gioacchino Cutrupia | 23-set-2019 10.00.53

La luce, è risaputo, ha un ruolo fondamentale sul benessere psicofisico delle persone. È stato dimostrato, infatti, che una corretta illuminazione ambientale mantiene efficiente il sistema nervoso, attiva le difese immunitarie, contribuisce alla regolazione del sonno e migliora lo stato d’animo, aiutando ad allontanare stress, ansia e depressione. Senza considerare i numerosi benefici a livello energetico, a favore non solo dei costi in bolletta, ma anche dell’ambiente. Detto ciò, molti architetti hanno fatto studi in merito e si sono specializzati su degli aspetti tecnici che migliorano il rapporto tra uomo e casa, grazie alla luce naturale. In questo articolo andremo ad analizzare nel dettaglio come la luce naturale diventa un valore aggiunto nei progetti residenziali.

 

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A livello scientifico, il parametro che qualifica il livello d’illuminazione naturale si chiama “fattore di luce diurna medio” o FLDm, ovvero il livello di illuminazione in un punto posto su di un piano orizzontale sotto l’intero emisfero celeste, in assenza di ostacoli e l’irraggiamento solare diretto. Ciò fa immaginare quanto sia difficile per gli architetti calcolare perfettamente quanto uno spazio domestico debba essere o non essere illuminato naturalmente.

Oltre a doverla calcolare con formule precise e calcoli da capogiro, l'illuminazione naturale a livello architettonico si divide in varie tipologie strutturali:

-l'illuminazione laterale o sidelighting che proviene dalla luce variabile di finestre aperte nelle pareti opache (tutti i disagi da luce e abbagliamenti possono essere evitati con una radiazione luminosa che garantisce la mancanza di riflessi e la giustapposizione di contrasti di luminanza tra le superfici riflettenti interne);

-l'illuminazione zenitale o toplighting prodotta da aperture, cupole e lucernari posizionati sulla copertura, magari integrati con tende che assorbono e diffondono la radiazione solare e riducono le dispersioni termiche;

-l'illuminazione dall'interno o corelighting generata da atri, cortili e chiostri costruiti nell'edificio (in questo caso, per sopperire al mancato diretto contatto visivo con l’esterno potrebbe essere necessaria un'integrazione con illuminazione laterale).

In linea di massima, la progettazione dell’illuminazione naturale in architettura deve tener conto di più fattori: località, clima della zona e orientamento dell’edificio, per riuscire a sfruttare il più possibile i benefici e la percezione della luce solare in base a necessità, ore del giorno e stagioni dell’anno. Tecnicamente, una stanza disposta ad est viene illuminata fino a mezzogiorno, ora in cui la luce inizia a pervadere qualsiasi ambiente esposto ad ovest, inoltre, tutte le stanze orientate a sud subiscono un’irradiazione naturale per tutta la giornata, liberando le zone situate a nord da qualsiasi problema di surriscaldamento.

Infine, i progettisti hanno a disposizione software dedicati utili a simulare il comportamento della luce solare e studiare la soluzione più opportuna in base a diverse varianti, ad esempio la disposizione degli ambienti e necessità logistiche, a quel punto potrebbero attuare metodi alternativi come l'illuminazione indiretta.