Sono protagonisti, donano carattere alla scena. Non parliamo degli attori, ma degli elementi di arredo capaci di unire cinema e design. L’arte visiva che racconta storie in movimento, infatti, deve fare i conti con l’ambiente in cui i personaggi si muovono: la scenografia. Di conseguenza, il sistema dentro cui gli attori interagiscono muta profondamente in relazione agli arredi presenti in scena e agli oggetti con cui i personaggi vengono in contatto.
Agente 007 - Una Cascata di Diamanti (1971)
Cinema e design si confrontano costantemente per quanto riguarda l’organizzazione di uno spazio. La costruzione delle scene passa per design evocativi completi di ogni tipo di arredi e particolari (come dimostra l'immagine qui sopra, ovvero il covo del villain di James Bond nel film Agente 007 - Una Cascata di Diamanti). Costruire una scenografia è simile ad arredare una stanza, e farlo significa diventare veri e propri designer d’interni. Il legame tra cinema e design è quindi molto profondo: è evidente che, oltre alla trama, i registi trasmettono un significato anche attraverso lo spazio.
Ecco una selezione di 10 film in cui riscoprire l'interior design e la profonda connessione che esiste tra cinema e design:
Quando si parla di cinema e design non si può non citare James Bond, personaggio iconico che si muove perennemente dentro ambientazioni ricche di stile. Per esempio, in Casino Royale con Daniel Craig, per la prima volta nella storia della serie viene mostrato l’elegante appartamento di M, dove 007 – senza essere invitato – si siede su una poltrona Barcelona (Knoll), disegnata dall’architetto Mies van der Rohe nel 1929.
Agente 007 - Casino Royale (2006)
Nelle pellicole classiche con il leggendario Sean Connery, il design d’interni degli anni 60 e 70 ha contribuito in maniera determinante al successo della serie cinematografica. In tutti i suoi film vengono selezionati arredi che definiscono uno stile all’avanguardia. Un’estetica che spesso ha anticipato le tendenze di interior design.
Agente 007 - Una Cascata di Diamanti (1971)
In una scena di Una Cascata di Diamanti, ad esempio, si vedono la poltrona Up di per B&B Italia firmata da Gaetano Pesce nel 1969 e la poltroncina Ribbon realizzata da Pierre Paulin per Artifort nel 1965. All’epoca erano appena nate mentre oggi sono diventate icone della storia del design. (Nella foto la casa è la famosa Elrod House dell'architetto John Lautner, allievo di Frank Lloyd Wright).
Il film di fantascienza per eccellenza non poteva non essere presente in una lista che tratta di cinema e design. Capolavoro del 1968, la pellicola si svolge in un ipotetico futuro dove il regista Stanley Kubrick ha visto l’esigenza di selezionare mobili futuristici e di rottura con l’epoca.
Nella stazione spaziale di inizio film, la lobby è definita da uno spazio bianchissimo asettico dove risaltano le Djinn easy chair rosso fuoco di Oliver Mourgue, prodotte dal marchio francese Airbone International nel 1963, oggi fuori produzione.
2001: Odissea nello Spazio (1968)
Non solo. Gli altri arredi protagonisti indiscussi sono i tavolini Tulip (Knoll) disegnati da Eero Saarinen nel 1965, caratterizzati da una forma sinuosa e minimale, uno stile onirico e avveniristico oggi diventato un must di estetica e funzionalità.
“Less is more” è un motto che non si adatta al film House of Gucci. Gli interni delle svariate case dove soggiornano i protagonisti sono curati nei minimi dettagli ed evocano un design esclusivo e ricercato. Tra tutte le residenze, quella di New York è la più moderna.
House of Gucci (2021)
Qui, in uno spazio molto bianco, risaltano i colori delle opere d’arte e delle sedute Eames Plastic Armchair RAR di Vitra, il cui basamento a dondolo su pattini in legno crea un punto focale all’interno del living. Completano l’ambiente dettagli in acciaio cromato e velluto, quest’ultimo presente nella poltroncina Platner di Knoll.
In uno dei suoi ruoli più iconici Christian Bale interpreta Patrick Bateman in American Psycho. Cinema e design si incontrano nella sua abitazione impeccabile e ordinata, e allo stesso tempo algida e immacolata. La scenografia sterile dell’appartamento risulta impersonale e inquietante quanto la performance dell’attore. E in effetti questa facciata immacolata nasconde le vere pulsioni del protagonista, uno psicopatico che non tarda ad esplodere con violenza non appena il suo ordine viene disturbato.
American Psycho (2000)
La follia omicida viene mascherata nella perfetta ambientazione dell’appartamento, arredato con pezzi iconici come la poltrona Barcelona (Knoll) di Mies van der Rohe, la Hill House Chair (Cassina) firmata da Charles Rennie Mackintosh e il tavolino Alanda ’18 disegnato da Paolo Piva per B&B Italia.
È emblematico, infine, come gli oggetti vengano nascosti con un telo nel momento di commettere gli omicidi. Il design viene preservato dalle macchie di sangue e la bellezza viene mantenuta tale, separata visivamente dall’orrore.
Se DiCaprio non ha vinto un Oscar per The Wolf of Wall Street, forse se lo meritava l’interior design del film. La casa del broker senza scupoli Jordan Belfort è definita da interni esclusivi, dove il lusso non si trasforma in ostentazione ma rimane in equilibrio tra decorazione e buon gusto.
The Wolf of Wall Street (2013)
Lo conferma la scena del meeting nella villa del protagonista, in cui si riconoscono diversi oggetti evocativi capaci di unire cinema e design. In primis, il divano Le Corbusier LC2 di Cassina, seguito dalle poltroncine Le Corbusier LC1 (sempre di Cassina) e dalla lampada da tavolo PH 3/2 di Louis Poulsen.
Cinema e design scintillanti, come la tuta d’acciaio di Iron Man e come la lampada in metallo cromato nella casa di Tony Stark. L’icona di design in questione è niente di meno che la Arco dei fratelli Achille e Pier Giacomo Castiglioni realizzata nel 1962.
Iron Man (2008)
Proprio come l’armatura di Iron Man, la lampada da terra di Flos rappresenta una sintesi tra semplicità, ingegno, perfezione. Ed è del tutto integrata nella super-villa del super-eroe, caratterizzata da vista sull’Oceano e da arredi classici, fra cui risalta la Lounge Chair disegnata da Charles e Ray Eames negli anni 50 e ora prodotta da Vitra.
Ogni singola inquadratura del film vincitore dell’Oscar firmato Sorrentino evoca una calda malinconia. Il racconto di Roma nella sua trionfale bellezza non poteva fare altrimenti. Cinema e design italiano sono qui espressi nella loro forma più alta.
La Grande Bellezza (2013)
Nella Grande Bellezza sono evidenti la cultura e la storia del nostro paese: gli scorci della Capitale sono magnifici e ogni ambientazione è studiata nei minimi particolari. In più, l’italianità si intravede anche attraverso selezionati elementi di design, come la lampada Nesso di Artemide progettata da Giancarlo Mattioli e dal Gruppo Architetti Urbanisti Città Nuova negli anni 60. In finitura arancione, dona alla scena quel calore sopracitato sempre presente nel film.
Chi non si ricorda la siringa in petto nel film Pulp Fiction di Quentin Tarantino? La scena cult ha come protagonista Uma Thurman e come ambientazione la casa abitata dal personaggio da lei interpretato: Mia Wallace.
Pulp Fiction (1994)
La sua villa minimalista di Los Angeles si presenta con tonalità chiare e tendenti al beige. Un insieme pressoché monocromatico che ha qualcosa di impersonale e respingente, ma denota ricercatezza nella scelta di arte etnica, africana e di materiali dal gusto esotico, come la carta washi della lampada da terra Akari UF4-L8 disegnata dal designer giapponese Isamu Noguchi e prodotta da Vitra.
L’ufficio di Miranda Priestley è davvero chic. E non poteva che essere così, vista l’aura di stile che la protagonista del Diavolo veste Prada si porta dietro. Qui, cinema e design si incontrano in un perfetto mix di contemporaneo e retrò, dove le pareti beige con boiserie e la moquette bianca si combinano a specchi e mobili in vetro e acciaio. Completano l’ambiente quadri minimalisti e fiori.
Il Diavolo veste Prada (2006)
Non è facile arrivare a un risultato così equilibrato: l’ufficio risulta funzionale e al tempo stesso raffinato. Lo stile minimalista viene rafforzato dal contrasto tra le superfici chiare e i complementi scuri, tra cui spicca la poltrona personale di Miranda: un modello FK disegnato dai designer danesi Preben Juhl Fabricius e Jørgen Kastholm per Walter Knoll.
Il design che non ti aspetti. È il caso di Toy Story 2 e, nello specifico, della scena in cui Woody, per saltare fuori da una finestra, si arrampica sulla Cherner Armchair disegnata da Norman Cherner nel 1958.
Toy Story 2 (1999)
Costruita in compensato modellato, la sedia è esposta nelle mostre di tutto il mondo, tra cui il Vitra Design Museum in Germania. Come il cowboy giocattolo Woody, si tratta di un oggetto iconico, rigorosamente Made in the USA.